Robot e agricoltura: perché convertirsi alla tecnologia

Ammontano a 2.8 miliardi di dollari gli investimenti fatti nell’innovazione in ambito agricolo nel 2018, e, di questi, il 6% (170 milioni circa) sono stati utilizzati in attrezzature utili ad automatizzare alcune lavorazioni. Passiamo dai trattori che si guidano da soli a robot per la potatura degli alberi, fino a macchinari che riescono ad indirizzare il getto di uno specifico prodotto in maniera mirata sulla pianta malata.

Naïo Technologies, Aerobotics e Prospera sono solo alcune delle multinazionali, insieme ad innovatori di tutto il mondo, ad essere state invitate al World Agri-Tech Innovation Summit di ottobre a Londra, dove un panel è stato dedicato alla robotica.

Sono quattro le motivazioni illustrate al Summit stesso per convincere un agricoltore a “robotizzare” la sua produzione. Vediamo nel dettaglio quali sono.

  • Carenza di manodopera. Con l’arrivo della Brexit, per esempio, in Inghilterra i frutticoltori hanno paura di non trovare braccianti per la raccolta delle mele. Lo stesso problema lo affrontano i produttori californiani di fragole. Semplicemente, non si trovano persone disposte a farlo. Avendo un robot per questo tipo di attività aiuterebbe a risolvere questo annoso problema.
  • Evitare all’agricoltore operazioni pericolose. L’applicazione degli agrofarmaci è da considerarsi tale, per esempio. Molti braccianti non seguono le regole per la corretta applicazione di tali prodotti, rischiando in prima persona la loro salute. Anche qui, robotizzare l’attività eviterebbe rischi potenzialmente letali.
  • Comodità. La guida parallela del trattore sta già aiutando moltissimo i produttori, non più costretti a correggere la traiettoria del mezzo continuamente. Tuttavia, se i trattori riuscissero a muoversi in autonomia al 100% sarebbe sicuramente d’aiuto.
  • Utilizzo di algoritmi e telecamere di riconoscimento. Individuare malerbe, insetti o piante malate e, contemporaneamente, saper trattare il bersaglio, si traduce in minori costi per l’agricoltore e un livello maggiore di sostenibilità.

Le criticità? Si fa presto a notarle. Partendo dall’alimentazione dei robot, ad oggi ancora esclusivamente a gasolio. Che sia l’elettricità la prossima frontiera?
In secondo luogo, la connettività: per permettere ad un quantitativo così ampio di tecnologie di funzionare nello stesso momento, è necessaria una connessione ad altissima velocità, ancora difficile da ottenere con uniformità. In ultima analisi, sono anche i reali costi di sostenibilità ad impedire a questo specifico settore di diffondersi capillarmente tra gli agricoltori.

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