Coronavirus e falso “Made in Italy”: scopri come l’Italia li contrasta

L’arrivo del Coronavirus in Italia ha creato problemi anche all’economia agricola. In difesa è intervenuta la Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova che ha accusato i Paesi Europei di concorrenza sleale per aver chiesto la certificazione sulle merci italiane.

Uscita dal vertice governo-Regioni sul Coronavirus, la ministra ha dichiarato ad ansa.it “Dobbiamo dire a qualche Paese europeo che le scelte che stanno facendo, di chiedere la certificazione sulle merci che arrivano dall’Italia, sono una sleale concorrenza. Chiedo che la Commissione Ue si attivi per dare un’informazione puntuale. Le merci che partono dall’Italia sono sane e garantite come prima”.

La ministra si è soffermata sui temi discussi, in particolare nell’importanza di comunicare che le merci sono controllate e non contaminate. “Dobbiamo anche trasmettere alle persone (l’informazione) che noi stiamo controllando tutto, tutte le merci che arrivano, che non c’è un problema di approvvigionamento, che c’è da parte dei sistemi ispettivi il massimo di controllo e che le merci non sono contaminate”.

La Ministra Bellanova, inoltre, sta portando avanti una battaglia contro le frodi e i falsi “Made in Italy”, per tutelare i prodotti della nostra agricoltura. Il falso “Made in Italy”, in particolare, costa all’Italia la bellezza di 100 miliardi di euro annui, più della metà di ciò che ricaviamo con l’export (42 miliardi).

Con l’approvazione della riforma (arrivata ieri al Consiglio dei Ministri) contro i reati agroalimentari, e con i controlli alimentari sulla qualità dei prodotti, l’Italia sta affrontando nel migliore dei modi la situazione attuale, vedendo all’orizzonte un futuro migliore per il settore agroalimentare.

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